Lo scorso weekend, purtroppo, abbiamo battuto l’ultimo ciak del nostro lungometraggio “Oscar”.
Da una parte sono felice perchè non vedo l’ora di vederlo montato, sul grande schermo, ma mi dispiace di aver concluso questa serie di riprese e spero davvero di cominciare al più presto un’altra avventura con la troupe di Progetto Cinema, un gruppo di persone al quale devo davvero tanto…
Per queste riprese conclusive abbiamo avuto sul set, come protagonista, Mariano Rigillo assieme alla compagna Anna Teresa Rossini e a Silvia Siravo. Sono stati con noi solo un paio di giorni ma in queste poche ore abbiamo potuto apprezzare la loro professionalità e la loro bravura.
Non fosse stato per questioni tecniche o ripetizioni fatte per sicurezza, grazie alla loro recitazione avrebbe potuto essere sempre “buona la prima”!
Per risparmiare tempo avevamo deciso di utilizzare due camere contemporaneamente, ad esempio facendo con una l’inquadratura larga e con l’altra già un primo piano o un campo più stretto. Oppure una delle due rimaneva fissa e l’altra faceva leggeri movimenti su crane o su uno slider.
Io utilizzavo la mia Canon C100 sulla quale avevo montato, a seconda delle esigenze, il Sigma 18-35 oppure i Canon 24-105 e 70-200.
L’audio della scena era ripreso con un microfono direzionale montato su un’asta e collegato alla Panasonic AF101 ma per dare comunque un riferimento e facilitare la sincronizzazione avevo montato sulla mia telecamera il Rode Videomic Pro. Come altri accessori avevo scelto il follow focus Zacuto, il baseplate e il viewfinder (essenziale all’aperto ma molto utile anche negli interni, per regolare bene l’esposizione) sempre della Zacuto, un mattebox e il monitor SmallHD DP6.
Quando non avevo la macchina su crane o sullo slider la fissavo sull’ottimo treppiede Miller.
Ho anche provato il nuovo slider della Shootools con l’Autopan, un sistema che permette di creare carrellate precise con la telecamera che, da sola, rimane centrata su un soggetto (a breve metterò una bella recensione).
I movimenti di camera fatti con gli slider sono spesso interessanti ma utilizzando l’Autopan diventano qualcosa di molto più particolare, la tridimensionalità della scena viene accentuata, la carrellata è più precisa… L’abbiamo apprezzato soprattutto nei primi piani, dove con piccolo movimenti l’atmosfera della ripresa si arricchiva davvero tanto.
Un altro mondo rispetto agli slider classici!
E infine l’articolo del Giornale di Vicenza!
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