Lavorare sulla postproduzione di un video o di una foto apre un mondo di possibilità espressive incredibili.
Riuscire a partire da dei colori fedeli alla realtà consente di avere “margini di manovra” più ampi, con la certezza di lavorare su uno standard riconosciuto e condiviso da filmmaker e fotografi in tutto il mondo.
Datacolor è una delle ditte più conosciute, fra le produttrici di accessori dedicati proprio a questo, e il kit SpyderHD è un set completo per avere a portata di mano un sistema di calibrazione per monitor (Spyder4elite HD) e un paio di accessori semplici ma davvero utili: SpyderCUBE e SpyderCHECKR.
Spyder4Elite HD
Tarare i colori del proprio monitor è un’operazione essenziale per chi si occupa in maniera professionale di foto e video. Un monitor tarato correttamente dà la certezza di avere colori fedeli alla realtà, in maniera da avere una base sicura da cui poter partire per lavorare sulla color correction di un video o su eventuali modifiche ad una serie di foto.
Lo Spyder4Elite HD è compreso nel kit nominato prima ma è anche possibile acquistarlo singolarmente.
La procedura per tarare un monitor, nel mio caso quello di un portatile, è davvero semplice: dopo aver installato il software della Datacolor basta farlo partire e seguire le istruzioni, pochi clic e qualche minuto di attesa.
La prima cosa che viene richiesta dal software è la scelta del tipo di monitor che stiamo utilizzando (laptop, schermo LCD, a tubo catodico o proiettore).
Il passo successivo è quello di appoggiare sulla sagoma che compare a monitor lo Spyder4Elite HD, cercando di centrarlo il più possibile.
Nel caso di un computer portatile, per tenerlo fermo in posizione, basta sfruttare il piccolo contrappeso fissato sul cavo USB. Nel caso invece di uno schermo più grande o una TV, si possono agganciare ai 4 angoli dei cavetti elastici già compresi nella confezione.
A questo punto il software fa comparire una serie di colori che sfumano lentamente uno dopo l’altro, mentre lo Spyder4Elite HD si occupa della lettura dei vari colori e della luce ambiente.
Dopo qualche minuto la taratura è completa e il software dà la possibilità di visualizzare la situazione del monitor e dei suoi colori prima e dopo la procedura.
La prima taratura che ho effettuato mi ha lasciato davvero a bocca aperta… credevo di avere un monitor abbastanza calibrato ma invece i colori avevano una dominante blu piuttosto accentuata!
Lo Spyder4Elite HD è davvero pratico e comodo, utilissimo per ha bisogno di avere un monitor affidabile su cui poter lavorare.
Una volta regolato correttamente, infatti, il monitor può mostrare tutti i colori in maniera realistica e con dettagli sia nelle alte luci che nelle zone in ombra.
E’ anche possibile tarare i colori dell’iPad, scaricando un’app che lavora tramite la connessione wi-fi con il computer a cui è collegato lo Spyder4Elite HD.
Utile se si usa questo device per mostrare i lavori ai clienti…
SpyderCube
Lo SpyderCube è un accessorio piccolo, leggero ed economico che però si rivela preziosissimo nel farci risparmiare tempo quando andiamo a lavorare in postproduzione sulle nostre foto.
E’ un piccolo cubo, da cui il nome, che permette di regolare esposizione e bilanciamento del bianco in maniera rapida utilizzando un software come Photoshop, Lightroom o Aperture… Basta posizionarlo all’interno dell’immagine che vogliamo comporre e scattare una foto che ci servirà poi come base per tutte le altre foto scattate nella stessa serie.
Due facce dello SpyderCube sono divise ciascuna da una parte bianca e una grigia. In questa maniera è possibile settare il bilanciamento del bianco scegliendo fra la luce ambiente e quella magari di un faro, un flash o come nel caso della foto seguente una porta da cui entrava la luce principale: basta cliccare col contagocce del software sulla parte grigia (grigio al 18%).
La faccia inferiore è nera, per poter regolare le zone in ombra della nostra foto, ma è presente anche un foro con cui poter tarare il livello di nero assoluto (funziona bene anche all’esterno e in situazione di luce intensa).
Al di sopra del cubo troviamo una piccola sfera cromata pensata per riflettere la luce e poter così capire quali sono le zone sovraesposte della nostra immagine.
Una volta effettuate le regolazioni nella prima foto con lo SpyderCube possiamo copiare e incollare i settaggi su tutte le altre foto scattate con lo stesso setup di luci velocizzando davvero la fase di postproduzione!
Lo Spydercube ha un foro filettato per poterlo fissare su un treppiede, può essere tenuto in mano o semplicemente appoggiato o, sfruttando l’elastico sopra alla sfera cromata, appeso da qualche parte vicino al soggetto da fotografare.
Qui sotto una foto di prova, prima e dopo le regolazioni effettuate dal file RAW grazie allo SpyderCUBE.
Naturalmente le regolazioni possono essere fatte anche su un file jpeg, ma scattando in RAW abbiamo più possibilità di intervento.
Di seguito un altro esempio che mostra come, grazie allo SpyderCUBE, sia stato possibile tarare il bilanciamento del bianco e regolare i colori per ricreare la situazione proprio com’era nella realtà, con la luce calda del tramonto che arricchiva i colori dei fiori, dell’erba e della terra…
SpyderCheckr
Quando si usano diverse fotocamere nello stesso lavoro si ha sempre il problema di riuscire a pareggiare il più possibile le varie riprese, di tentare di rendere uguali i vari profili di colore che sensori di marche diverse riescono a dare.
Questo vale sia in ambito fotografico che in quello video: mi è capitato diverse volte di dover montare assieme riprese effettuate da diverse telecamere (ad esempio con la C100 dal cavalletto e con la GoPro sul quadricottero), il lavoro è facilitato se si usano preset il più possibile neutri (nel mio caso WDR o CLog sulla C100 e Protune Flat sulla GoPro) ma è comunque un passaggio delicato che richiede attenzione e precisione e porta via parecchio tempo.
L’idea alla base dello SpyderCheckr è quella di avere una “tabella” di riferimento da cui poter partire per lavorare sulla color correction snellendo i tempi e facilitando la procedura.
Come nel caso dello SpyderCube, anche qui basta scattare una foto o fare una ripresa di qualche secondo tenendo all’interno della nostra inquadratura la tavolozza di colori. Successivamente basterà importare quella foto o la clip video in un software come Photoshop o Lightroom e cominciare la calibrazione creando così un preset per ciascuna camera. In questa maniera si può partire con la color correction da un punto uguale per tutte le camere.
Lo SpyderCheckr ha una tabella con 48 colori da utilizzare come riferimento per tarare ciascuna camera che utilizziamo nel nostro lavoro.
Si chiude come un libro, quando non si utilizza, è leggero e porta via poco spazio.
In basso a sinistra è presente un piccolo quadratino con cui poter controllare il livello ottimale di colore. A lungo andare, utilizzandolo specialmente sotto il sole, i colori tendono a sbiadire e il FadeCheckr è la soluzione per capire quando è il momento di ordinare un ricambio confrontandolo con un altro quadratino uguale che però rimane coperto dalla luce, sotto al bordo dello SpyderCheckr.
Dal dorso dello SpyderCheckr si può far uscire una piccola barra filettata per fissarci lo SpyderCube ed avere così, in un’unica foto, la possibilità di lavorare in postproduzione su diversi fattori…
Girando le tabelle colorate possiamo esporre le facce dedicate al bilanciamento del bianco.
Se usiamo assieme anche lo SpyderCube possiamo evitare questo passaggio, ma è comunque utile da sapere se abbiamo intenzione di acquistare solo questo accessorio.
Per calibrare i nostri colori, l’esposizione e il bilanciamento del bianco, basta importare le foto che abbiamo scattato in un software dedicato e lavorare sulla foto con lo SpyderCheckr per poi incollare i valori modificati su tutte le altre foto scattate nelle stesse condizioni di luce.
E’ anche possibile creare un preset dedicato a ciascuna macchina sfruttando l’applicazione della Datacolor richiamandola, nel mio caso, direttamente da Lightroom.