Sabato abbiamo girato tutto il giorno per il lungometraggio “Oscar”, mantenendo i ritmi delle ultime uscite e riuscendo a portare a casa due scene diverse, una al mattino e una al pomeriggio. Si trattava anche stavolta di scene non troppo complesse ma tuttavia siamo rimasti sul set dalle 7.30 di mattina alle 20.30 della sera!
Alla mattina abbiamo girato con diverse comparse e alcuni tedeschi per aggiungere qualche altra inquadratura alla scena già girata a Schio, con i posti di blocco dei soldati che controllavano i documenti ai civili.
Le prime riprese sono state effettuate con la Panasonic su cavalletto. Avevo montato il monitor SmallHD DP6 con il suo sunhood per permettere al regista di controllare l’inquadratura.
Successivamente ho montato la camera sulla steady per poter seguire il protagonista che passava lungo la via. Nei movimenti con la steady anticipavo i movimenti dell’attore per riprenderlo frontalmente e camminavo all’indietro. Per questo ero seguito da un altro che mi guidava nel mio percorso, evitando che andassi a sbattere contro qualche muro, e intanto mi faceva ombra sul monitor con un ombrello.
Purtroppo il monitor della steady non è di gran qualità e sto pensando di sostituirlo con il DP6.
Ho anche in mente di ricablare i cavi interni allo sled passandoci un HDMI per usarla anche con la Canon C100…
Il pomeriggio ci siamo spostati al solito teatro per recuperare alcuni primi piani e brevi dialoghi che non erano riusciti molto bene. Gli attori in scena erano Leonardo Pompa (Oscar), Davide Dolores (l’oste Giovanni) e Piergiorgio Piccoli (Don Franco).
Per prima cosa, finchè la coppia di direttori della fotografia sistemava i fari, ho salvato una copia di backup del lavoro della mattina sul NextoDI. Poi ho preparato la camera sullo slider della Shootools perchè dovevamo girare piani stretti fra due persone sedute fianco a fianco e la slitta ci permetteva di correggere “al volo” la posizione della camera aggiustandola a seconda dei movimenti degli attori.
Questo lasciava loro più libertà e potevano concentrarsi su una recitazione più naturale e rilassata, senza dover stare fermi e “ingessati” sulla loro posizione.
Anche qui ho utilizzato il monitor esterno, sia per dare un riferimento al regista ma soprattutto per avere un secondo controllo sulla messa a fuoco visto che giravamo a diaframmi aperti per avere poca profondità di campo…